La chiesa di San Matteo

Chiesa di San Matteo
Via F. d’Aragona
Centro storico di Lecce

Fin da bambina gironzolavo per il centro storico della mia meravigliosa città.
Avevo la possibilità di scorgere angoli sconosciuti e misteriosi, noti solo a pochi o a chi, come mio padre, cresciuto tra le piccole vie e gli antichi palazzi leccesi, ben conosceva.
Il mio paziente cicerone, come ogni domenica mattina di primavera, in bicicletta o a piedi mi conduceva alla scoperta di un’antica città impaziente di raccontarsi fin dalla scoperta delle sue fondamenta; ci fermavamo ad osservare i reperti archeologici che via via riaffioravano dagli scavi. Ci immergevamo in un groviglio di viuzze e, giungendo ad un crocevia o ad uno slargo, ammiravamo i grandi portali animati da buffe figure o elegantemente ricamati da barocchi decori.  
Al termine delle nostre passeggiate sbucavamo da via Perroni per ammirare la meravigliosa Chiesa di San Matteo. La bellissima facciata barocca inondata dal sole metteva in bella mostra le sue insolite forme, unica nella sua tipologia architettonica e consapevole della sua bellezza si lasciava ammirare da ogni passante che, alzando lo sguardo, restava piacevolmente sorpreso.
Inevitabilmente, la mia deformazione professionale incide non poco nella scelta della chiesa, ma è mio padre che ha educato il mio senso estetico abituandomi alle cose belle fin da piccola. Scegliere la chiesa di San Matteo per celebrare il nostro matrimonio  ha sì valore estetico ma soprattutto ha un legame con i ricordi di quella bambina che in tempi non sospetti si immaginava con un lungo abito bianco sul sagrato della sua chiesa preferita oggi silente testimone di un amore.
A questo punto credo sia interessante e doveroso raccontarvi brevemente la storia della chiesa di San Matteo.
Fu costruita nella seconda metà del XVII secolo su disegno dell’architetto Achille Larducci di Salò (nipote di Francesco Borromini) per sostituire un'antica cappella quattrocentesca dedicata all'apostolo Matteo. La posa della prima pietra avvenne nel 1677 ad opera del vescovo leccese Luigi Pappacoda  e fu ultimata nel 1700.
Le caratteristiche architettoniche sono quelle tipiche del barocco maturo dell’Italia centrale. 
Descrizione: :AL'originale facciata, rimasta evidentemente incompiuta, è caratterizzata da un contrasto di linee. Alterna la superficie convessa dell’ordine inferiore con quella concava dell’ordine superiore. Infatti, l’architetto Larducci riprende il modello stilistico del Borromini ispirandosi alla facciata della chiesa romana di San Carlo alle Quattro Fontane.
L’interno della chiesa a pianta ellittica è a navata unica quasi a creare un più intimo coinvolgimento. Le cappelle ad arco, che si aprono lungo le pareti, sono intervallate da paraste con alti plinti semicircolari su cui poggiano le dodici statue degli Apostoli, realizzate nel 1692 da Placido Buffelli di Alessano. Lateralmente vi sono delle cappelle alle quali corrispondono rispettivamente gli altari decorati secondo lo stile tipico del barocco leccese ed  attribuiti alla scuola di Giuseppe Cino. Nella navata, in corrispondenza delle cappelle, si aprono dieci bifore dalle quali le religiose assistevano alle funzioni. L'antico soffitto ligneo è stato sostituito agli inizi del XIX secolo dall’attuale copertura.  
L’abside, coperta da una volta a stella, è impreziosita da un altare maggiore realizzato dal napoletano Gaetano Patalano ed elegantemente decorato da statue di Santi inserite negli intercolumni. Al centro dell’altare si apre una nicchia che ospita la grande statua in legno di San Matteo, realizzata da un artista veneziano alla fine del Seicento.
Fra le altre opere d’arte qui conservate: Il Martirio di Sant’Agata a cui è dedicato il primo altare, tela ottocentesca di Pasquale Grassi; il secondo altare è in onore di San Francesco d’Assisi; segue quello di Santa Rita da Cascia con statua in cartapesta di Raffaele Caretta. Il quarto e il quinto altare sono dedicati rispettivamente alla Madonna Immacolata e alla Pietà in legno realizzata a Venezia nel 1694. Lungo il lato destro della navata, proseguendo verso l'ingresso, sono presenti altri quattro altari: il primo reca un dipinto della Madonna della Luce, un affresco cinquecentesco proveniente dall'antica chiesa di Santa Maria della Luce raffigurante la Vergine col Bambino che mostra al collo un cornetto di corallo. Seguono gli altari di Sant’Anna e della Sacra Famiglia , entrambi recanti un dipinto di Serafino Elmo. Tra i due altari è posizionato un pergamo  ligneo affiancato da quattro statue allegoriche in pietra. L'ultimo altare è dedicato a Sant’Oronzo.

Dal 30 aprile 1810 è sede della parrocchia di Santa Maria della Luce, eretta il 16 marzo 1606  in una chiesa omonima fuori le mura e qui trasferita dopo la soppressione del monastero delle Francescane.

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